Dopo voto: #Restart

Anche questa volta, come ormai da consuetudine, ecco le mie umili considerazioni sulla tornata elettorale appena trascorsa.

Questa volta, a differenza delle altre, l’analisi del voto è molto più complessa e delicata, in quanto il risultato è fortemente influenzato da dinamiche sociali importanti, che a mio avviso sanciscono la fine dell’intero sistema elettorale italiano, dove per sistema elettorale non intendo solo la becera legge sulla quale più volte ho espresso la mia opinione, ma mi riferisco sopratutto al modus operandi dell’establishment dei partiti politici, che pagano inesorabilmente l’abbandono dei territori, e lo scollamento decisionale tra territorio e governance politica con la conseguente perdita di credibilità, che ha incontrovertibilmente favorito l’ascesa del 5 stelle.

A conferma di questa mia tesi, basta vedere i risultati della lega che riesce a fare cappotto al nord dove la militanza ed il radicamento sul territorio sono elementi portanti della strategia politica.

Volendo entrare nei dettagli dei dati nazionali, oltre alla scontata affermazione dei 5 stelle, che però non stravince, va costatata la debacle del centro sinistra tutto, forse il vero sconfitto di questo turno, non hanno pagato i cinque anni di governo, e soprattutto non hanno prodotto consensi rilevanti i big. La seconda costatazione va fatta per Forza Italia, ancora troppo Brelusconicentrica, forse troppo autoreferenziale che ha perso il sud suo grande punto di forza in passato. Forse se fin dall’inizio fosse stato riconosciuto Tajani come Leader della proposta di governo qualcosina in più si sarebbe fatta.

Ma veniamo ai fatti di casa nostra, nel vesuviano Forza Italia, pur perdendo in tutti i collegi uninominali, si dimostra l’unico baluardo contro l’ascesa dei pentastellati, infatti, pur perdendo consensi rispetto alle scorse competizioni elettorali, riesce comunque a fare da argine, i candidati uninominali in molti casi, validi sia professionalmente che politicamente pagano gli anni di autoreferenzialità del gruppo dirigente del partito, non paga più la mancanza di una struttura con la contestuale perdita di militanza soprattutto quando poi i territori non incidono sulle scelte di composizione delle liste.

Praticamente assenti le altre forze della compagine di centro destra, Fratelli d’Italia conferma il suo, la lega non sfonda, ma soprattutto del tutto inesistente Noi con l’italia, che registra forse la peggiore debacle nei comuni dove vi è la presenza di importanti figure politiche riconducibili alla sua componente Udc.

Alla fine questa elezione ci consegna il fallimento totale del sistema politico italiano, che ormai ha come unica alternativa, quello di resettarsi e di capire l’importanza del coinvolgimento dei territori nelle scelte politiche e partitiche!

La politica è per tutti e non per pochi!

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